REIKI - Incontri e Corsi
Seminari, incontri settimanali.

Gli appuntamenti di Reiki sono i seguenti:

Scambi Reiki ogni giovedi’ ore 21

Reiki Share Group  Every Thursday 9-11 PM

per info e dettagli:

info@ilcircolodellefarfalle.it

Presenti su:

Reiki -

Reiki è il “metodo di guarigione naturale di Mikao Usui”, originato in Giappone e portato in occidente da Hawayo Takata. E’ il metodo più diffuso in occidente di guarigione e autoguarigione naturale.

Seminari, incontri settimanali.

Da sempre abbiamo deciso di insegnare Reiki così come Takata ci ha trasmesso, con le poche ma precise regole su come tenere i seminari a cominciare dai tempi, massimo dodici ore da suddividere in due/quattro giorni; all’attivazione suddivisa in quattro momenti suddivisi nei giorni di seminario.

Reiki 1°Livello Metodo Usui

Seminario di 1° livello

  • Presentazione dei partecipanti al gruppo.
  • Spiegazione del programma del corso e delle attività specifiche da svolgersi nei giorni di corso.
  • Meditazione di apertura.
  • Cenni di “anatomia energetica” chakras, nadi e aura.
  • Storia del Reiki, cenni alla leggenda e alla storia delle radici del Reiki da Usui alle discendenze sia occidentali che giapponesi.
  • Centratura sul cuore (parte teorica e parte pratica).
  • Auto-trattamento (parte teorica e parte pratica).
  • Trattamento completo – parte anteriore (parte teorica e parte pratica).
  • Attivazioni.
  • Parte teorica sull’utilizzo, spazi, tempi, attenzione ai particolari, etica Reiki.
  •  I principi del Reiki.
  • Trattamento completo – parte posteriore (parte teorica e parte pratica).
  • Trattamento rapido (parte teorica e parte pratica).
  • Trattamento multiplo (parte teorica e parte pratica).
  • Reiki hug. (parte teorica e parte pratica).
  • Attivazioni

Il corso sarà esperienziale, ogni tecnica insegnata sarà sperimentata in prima persona.

Nella sezione troverete:

– Reiki – Introduzione – La Leggenda – I principi – I simboli del Reiki

Reiki è saggezza e verità. In tutta la storia dell’umanità vi sono state guarigioni, basate sulla manifestazione e sulla trasmissione di un’energia vitale universale, in grado di penetrare tutto, di una forza in grado di produrre e mantenere ogni forma di vita nell’universo. I tibetani avevano, ad esempio, una comprensione profonda sull’essere dello spirito, della materia e dell’energia, già migliaia di anni or sono. Essi utilizzano queste conoscenze per guarire il loro corpo, per armonizzare la loro anima e per portare il proprio spirito all’esperienza dell’unità. Successivamente incontriamo questa conoscenza in India, la ritroviamo in forme modificate in Giappone, Cina, Egitto, Grecia, Roma e in altri paesi. Questa forza è stata protetta e custodita nelle “Scuole dei Misteri” di quasi tutte le antiche culture e nell’antichità era accessibile, nella sua totalità completa, solo a pochi addetti. Generalmente erano i sacerdoti o le guide spirituali di una cultura a tramandarla oralmente ai propri allievi. Sovente gli studiosi moderni si sono imbattuti nelle diverse forme di questa conoscenza intima, tramandate dall’antichità, tuttavia molto spesso malinterpretandola, perché essa è stata mimetizzata con linguaggi criptici e ricchi di simboli. Così sembrò per molto tempo che anche la conoscenza sul Reiki fosse andata perduta. Alla fine del XIX secolo il Dottor Mikao Usui ne scoperse nuovamente la chiave, in sutra sanscrito di 2500 anni fa, che resero nuovamente possibile l’applicazione di questa antichissima tradizione della guarigione naturale. La parola Reiki sta ad indicare l’energia vitale universale. Viene definita come quella forza che opera e vive in tutte le cose della creazione. La parola si compone di due parti. La sillaba REI descrive l’aspetto universale illimitato di questa energia. KI è una parte del Rei, è la forza vitale della vita che scorre attraverso tutto ciò che vive. Hawayo Takata

Reiki è una forma di risanamento che trova le sue radici in antichi testi tibetani studiati ed approfonditi da un giapponese chiamato Mikao Usui vissuto alla fine del 1800. Reiki è il ponte tra Rei (l’energia di vita universale illimitata) con il Ki (la dimensione più personale ed individuale di questa energia). Il centro di Reiki è uguale in tutti noi. Reiki è la capacità, insita in ogni persona, ad essere se stessa, a risanarsi ed espandersi nel modo e nella misura che le sono più consone. Il sistema Usui di Reiki include vari aspetti: è una tecnica di risanamento da praticare giornalmente; è un aiuto al nostro processo di crescita e di autoscoperta; è un appoggio per approfondire la nostra crescita spirituale. E’ una tradizione orale che passa dal Maestro/a allo studente attraverso il racconto e la condivisione di esperienze. Il corso di Reiki fa si che il Maestro/a crei uno spazio per aprire le persone alle loro più ampie potenzialità energetiche attraverso l’iniziazione. Questo non è solo un percorso verso il risanamento, ma anche un modo per recuperare e dare potere a tutti gli aspetti della vita dell’individuo, quello fisico, emotivo, mentale e spirituale. Il corso di Usui di Reiki si suddivide in 2 livelli. Durante il 1º livello il Maestro/a fa le iniziazioni /armonizzazioni per riconnettere permanentemente lo studente alla sua infinita potenzialità energetica. Gli studenti imparano la storia del Reiki e i principi di base. Questo momento è aperto al pubblico gratuitamente. Durante il corso vero e proprio, i partecipanti imparano l’auto-trattamento, cioè come trattare gli altri, come lavorare con le piante, gli animali e il cibo. C’è molto spazio per le domande e le considerazioni. Questa è un’opportunità per sentire che l’energia cresce, mentre si usa. Per partecipare al 2º livello di Reiki si richiede che siano passati almeno 3 mesi dal corso di lº livello e di aver usato Reiki per sé e per gli altri. Si insegna in due giorni, con un’iniziazione, la pratica e rimane tempo per la discussione. I partecipanti ai corsi di Reiki vengono per ragioni professionali, oppure, la maggior parte di loro, per se stessi o per le proprie famiglie, perché spesso si migliora la qualità della vita e della salute

La Leggenda – La Storia del Sistema Usui per la Guarigione Naturale

(da uno scritto di Phyllis Lei Furumoto)

La storia del Reiki è stata fino ad oggi tramandata oralmente da insegnante ad alievo attraverso la parola. Questa è la storia come è giunta a me e ad altri.

Il fondatore del Reiki come sistema di guarigione è il Dottor Mikao Usui. Alla fine del secolo dicianovesimo, nel tardo ‘800, il Dottor Usui era il rettore di una piccola Università Cristiana a Kyoto, in Giappone: la Doshisha University. Egli era anche un sacerdote cristiano.

Un colloquio con uno studente, all’inizio di una funzione domenicale, cambiò lo scopo della vita del Dottor Usui. Mentre il Dottor Usui incominciava uno degli ultimi uffici religiosi domenicali dell’anno scolastico, uno studente anziano prossimo alla laurea, alzò la mano e gli chiese:

Lei accetta alla lettera i contenuti della Bibbia?

Il dottor Usui rispose che credeva in essi. Lo studente continuò:

Nella Bibbia si racconta che Gesù curasse i malati, operasse guarigioni e caminasse sulle acque. Lei che accetta integralmente ciò che è riportato nelle scritture, ha mai visto accadere tutto questo?

Il Dottor Usui rispose che ci credeva, ma che non aveva mai visto una guarigione, né qualcuno che camminasse sulle acque.

Lo studente continuò:

Per Lei, Dottor Usui, quel tipo di fiducia cieca è sufficiente, perchè Lei ha vissuto la sua vita e possiede le sue sicurezze. Per noi che stiamo appena iniziando le nostre vite da adulti ed abbiamo molte domande e tante inquietudini, non è sufficiente. Noi abbiamo bisogno di vedere con i nostri occhi.

Un seme era stato impiantato. Il giorno seguente il Dottor Usui si dimise da rettore della Doshisha University ed andò negli Stati Uniti, nell’Università di Chicago, dove conseguì il dottorato in Sacre Scritture dedicandosi alla ricerca di come Gesù ed i suoi discepoli avevano guarito gli ammalati.

Non aveva trovato quello che cercava.

Osservando che nella tradizione Buddhista, al Buddha veniva attribuito il potere della guarigione, il Dottor Usui decise di tornare in Giappone per apprendere dal Buddhismo quello che poteva essergli utile.

Al suo ritorno in Giappone, visitò i monasteri Buddhisti alla ricerca di qualcuno che fosse interessato alla conoscenza della guarigione fisica. Ma ricevette sempre la stessa risposta alle sue domande:

Siamo troppo impegnati nella guarigione dello spirito per preoccuparci della guarigione del corpo.

Finalmente incontrò qualcuno che almeno era interessato al problema della guarigione fisica, un abate anziano di un monastero Zen. Il Dottor Usui chiese di essere ammesso al monastero per poter studiare le scritture sacre dei Buddhisti, le sutra, alla ricerca della chiave della guarigione. Vi fu ammesso ed iniziò i suoi studi.

Studiò le truaduzioni giapponesi della scritture Buddhiste, ma non trovò la spiegazione che cercava. Imparò il Cinese per avere un maggior numero di scritture Buddhiste da esaminare, ma ancora senza successo.

Allora decise di imparare il Sanscrito, l’antica lingua, per poter leggere le scritture originali del Buddhismo e per avere accesso a quelle scritture che non erano mai state tradotte in altre lingue. Finalmente trovò quello che aveva cercato. Negli insegnamenti del Buddha, trascritti da un ignoto discepolo mentre il Buddha parlava, il Dottor Usui trovò le formule, i simboli e la descrizione di come il Buddha operava le guarigioni.

E così, dopo un lavoro durato sette anni, Mikao Usui aveva trovato ciò che cercava, ma non completamente. Sebbene avesse scoperto la conoscenza, egli non aveva il potere di guarire.

Discutendo di questo con il suo vecchio amico abate, Usui decise di andare in meditazione su una montagna, alla ricerca del potere della guarigione.

L’abate gli disse che sarebbe stato pericoloso e che avrebbe rischiato la vita, ma Usui rispose che era giunto fino a questo punto e non sarebbe tornato indietro.

Scalò una delle montagne Sacre del Giappone e rimase in meditazione per ventuno giorni. Il primo giorno pose ventuno sassolini davanti a sè, ed ogni giorno che passava ne gettava via uno.

Il ventunesimo giorno, il Dottor Usui ebbe la visione di un raggio di luce che dal cielo veniva velocemente verso di lui. Nonostante avesse paura , non si mosse, fu colpito dalla luce e cadde per terra. Poi, in rapida successione vide comparire dinanzi a sè, sotto forma di bolle di luce, i simboli che aveva scoperto nei suoi studi, la chiave per la guarigione usata dal Buddha e da Gesù. I simboli ardevano imprimendosi nella sua memoria.

Quando si risvegliò, il Dottor Usui non sentiva più la stanchezza, la rigidità e la fame, come nei momenti che avevano preceduto il suo ultimo giorno di meditazione.

Egli si alzò e si incamminò lungo la via del ritorno, giù per la montagna. Lungo la strada urtò un piede strappando indietro l’unghia dell’alluce ed il dolore fu lancinante. Così, prese l’alluce tra le sue mani e dopo qualche minuto il dolore scomparve e l’emoralgia si arrestò.

Giunto a valle, si fermò presso il chiosco di un venditore ambulante e chise di poter mangiare. Il vecchio del chiosco, vedendo la lunghezza della barba e la condizione dei suoi vestiti, capì che era stato a digiuno per lungo tempo e gli disse che ci sarebbero voluti solo pochi minuti per preparare il cibo. Accompagnò il Dottor Usui ad una panchina sotto un albero e lo fece sedere.

Presto giunse la figlia dell’uomo con il cibo. Guardandola, il Dottor Usui si accorse che ella aveva pianto e che una delle sue guance era gonfia ed arrossata.

Le domandò cosa fosse accaduto ed ella gli rispose che aveva mal di denti da tre giorni. Lui le chiese di poterle toccare il viso, e con il suo permesso le prese le guance fra le mani. In pochi minuti il dolore passò e il gonfiore iniziò a diminuire.

Tornato al monastero in serata, il Dottor Usui fu informato che il suo amico abate era a letto a causa di un doloroso attacco di artrite. Dopo aver fatto un bagno ed aver mangiato qualcosa, lo andò a trovare e con le mani che avevano il potere di guarire gli alleviò il dolore.

Nei sette anni che seguirono, il Dottor Usui lavorò in Giappone, presso un campo di mendicanti, guarendo gli ammalati. Quelli che erano giovani ed abili furono messi nella condizione di avere un lavoro. Dopo sette anni, si accorse che coloro che aveva aiutato, tornavano al campo nelle stesse condizioni in cui li aveva trovati.

Uno di questi studenti, Chujiro Hayashi, un ufficiale della marina in congedo, cercava una via per aiutare gli altri. Egli incontrò il Dottor Usui, fu da lui iniziato e si coinvolse profondamente nella pratica del Reiki.

Quando Usui sentì che la sua vita era prossima alla fine, riconobbe il Dottor Hayashi come il Maestro del Reiki e lo incaricò di conservare intatta l’essenza dei suoi insegnamenti.

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Il Dottor Hayashi, consapevole dell’importanza del sistema e sostenendone la conoscenza, fondò una clinica a Tokio dove la gente veniva curata e poteva apprendere l’uso del Reiki. Vi erano anche terapeuti che andavano a trattare persone che non potevano recarsi presso la clinica.

Hayashi produsse un’ampia documentazione che dimostrava come Reiki trova la fonte dei sintomi fisici, riempie la vibrazione o il bisogno di energia, e rigenera il corpo nella sua totalità.

Un giorno, nel 1935, una giovane donna giunta dalle Hawaii, venne accompagnata in clinica da un impiegato di un ospedale chirurgico di Tokyo.

Questa donna, Havayo Takata, era giunta in Giappone per essere operata di un tumore. Nell’ospedale, mentre si preparava allo intervento chirurgico, sentì che non era necessario farsi operare e che c’era un’altra via. Era stata guidata verso il Reiki.

Con le esperienze vissute presso la clinica ed i trattamenti ricevuti, la malattia fu alleviata e nella Signora Takata crebbe il desiderio di imparare il Reiki. Quando la cura fu quasi terminata, ella domandò di essere ammessa ad un corso di introduzione. La sua richiesta venne rifiutata. Takata comprese che doveva dimostrare un profondo impegno verso il Reiki. Andò dal Dottor Hayashi, gli parlò dei suoi sentimenti e della sua volontà di rimanere in Giappone per il tempo necessario, ed egli le consentì di iniziare il tirocinio.

La Signora Takata, insieme alle sue due figlie, rimase in Giappone per un anno ad imparare, presso la famiglia del Dottor Hayashi, e guidata da lui ella praticò Reiki quotidianamente. Quando entrambi sentirono che il tirocinio era completo, Takata tornò nelle Hawaii con il dono di guarigione.

Nelle Hawaii, Takata ebbe molto successo e poco tempo dopo il Dottor Hayashi andò a trovarla accompagnato dalla figlia. Essi trascorsero diversi mesi assieme e a praticare Reiki. Nel febbraio 1938, Hawayo Takata fu iniziata come Maestra del Sistema Usui per la Guarigione Naturale. Subito dopo l’iniziazione, Hayashi e sua figlia ritornarono in Giappone.

Il Dottor Hayashi ebbe il presentimento che una guerra fra Stati Uniti e Giappone era imminente. Non poteva conciliare l’essere Maestro di Reiki e il dover servire di nuovo la marina. Così, iniziò a mettere in ordine gli affari di casa sua.

Nelle Hawaii, durante questo periodo, la Signora Takata fece un sogno premonitore che le causò gravi inquietudini. Seppe che doveva tornare in Giappone per essere con il Dottor Hayashi. Quando vi giunse, il Dottor Hayashi le disse molte cose: che la guerra era imminente, chi avrebbe vinto, quello che elle doveva fare e dove doveva andare per evitare pericoli quale cittadina Giapponese-Americana con residenza nelle Hawaii. Tutte queste cose che egli aveva previsto, le furono comunicate per la sua protezione e per preservare la conoscenza del Reiki.

Quando terminò di curare i suoi affari e tutto fu in ordine, il Dottor Hayashi riunì la sua famiglia assieme ai Maestri di Reki. Pronunciò le sue ultime parole e dopo aver riconosciuto la Signora Takata come suo successore nel Reiki, salutò tutti. Seduto nella maniera tradizionale con gli abiti tradizionali giapponesi, Hayashi chiuse gli acchi e lasciò il corpo.

Guidata da Hayashi, Takata terminò il suo lavoro in Giappone e ritornò nelle Hawaii. Vi tornò come Maestra del Reiki. Ella dimostrò Grande impegno durante tutta la vita, insegnando e praticando Reiki. Diventò una potente guaritrice e una grande maestra, ed introdusse il dono del Reiki nel Mondo Occidentale.

Da bambina, Phyllis Furumoto ricevette l’iniziazione al primo livello da sua nonna, Hawayo Takata, che ella curava quando si recava a farle visita. La vita di Phyllis fu indirizzata verso l’università e poi verso la carriera. Nonostante le continue richieste della Signora Takata affinchè ella studiasse Reiki, Phyllis si sentiva troppo occupata. Poi alla fine degli anni settanta, all’età di ventisette anni, Phyllis accettò l’iniziazione al secondo livello e cominciò il suo tirocinio con Takata.

Nella primavera del 1979, dopo un mese di meditazione, Phyllis decise di viaggiare e di lavorare con sua nonna. Poco prima del suo primo viaggio, la Signora Takata iniziò Phyllis come Maestra. Da quel momento in poi, lo studio ed il tirocinio divennero impegnativi.

Durante le lezioni dell’anno seguente, Phyllis apprese che doveva succedere a Takata Sensei nel lignaggio del Reiki. poco dopo questo riconoscimento di Phyllis come Maestra del Reiki, Takata lasciò il corpo nel Dicembre del 1980.

Negli anni che seguirono la morte di Takata, Phyllis crebbe nella piena accettazione del compito che le era stato affidato e nella piena comprensione della responsabilità per il ruolo che occupava. Ella è l’esempio di quello che accade quando una persona accetta la forza della energia del Reiki come insegnamento e guida nella vita.

Oggi, il Sistema Usui per la Guarigione Naturale viene praticato in tutto il mondo.

I Simboli del Reiki

In queste pagine non ci stancheremo di mettere in guardia contro una diffusione “consumistica” del Reiki, soprattutto per quanto riguarda i livelli superiori al Primo, proprio perché è ciò che rischia di stravolgerne maggiormente l’essenza ed il significato esperienziale, ed è ciò che – purtroppo – sta accadendo con sempre maggior frequenza. Conseguire il Secondo Livello per moda, per “collezionare” iniziazioni, o perché spinti da un volantino pubblicitario significa non recepirne assolutamente il senso profondo e quindi non riuscire a trarne nulla.

I simboli del Secondo Livello.

Come abbiamo visto, il Secondo Livello si serve di tre simboli che vengono utilizzati nei vari trattamenti. Si tratta di alcuni dei simboli ritrovati da Usui nella sua ricerca sui testi protobuddhisti, e successivamente visualizzati nella sua esperienza sulla montagna sacra. Ne vedremo ora insieme le caratteristiche essenziali; ometteremo dalla nostra trattazione tanto l’aspetto esteriore di tali simboli quanto il loro nome, del quale ci limiteremo a fornire la traduzione in italiano. L’essenza di tali simboli è infatti sacra, e secondo gli insegnamenti del Reiki essi non devono mai essere rappresentati graficamente o pronunciati a vanvera; ciò non risponde ai dettami di un sistema di fede religiosa, ma tra le altre cose è un principio generale dell’esoterismo e dell’Ermetismo: i simboli più legati agli archetipi della realtà possiedono una carica energetica estremamente forte, ed utilizzarli nel modo sbagliato, oltre che essere inutile, rischia di mettere in moto energie che non si è magari in grado di indirizzare in maniera appropriata. Per questo motivo, il loro insegnamento è riservato ad un rapporto diretto con i Maestri di Reiki, nell’ambito dei seminari relativi.

Il primo simbolo.

La traduzione in italiano del nome del primo simbolo del Reiki significa “comando all’energia vitale universale” (il significato pratico di questo simbolo è: “energia, vieni qui”). Serve per richiamare l’energia e concentrarla dove vogliamo. È il sigillo di qualsiasi tecnica mentale del Reiki. Utilizzato in congiunzione con i trattamenti del Primo Livello, conferisce loro una potenza ed un’efficacia molto maggiore. Per fare ciò, tracciate il simbolo sul corpo del paziente, oppure su ogni posizione del trattamento, ripetendo mentalmente per tre volte il nome del simbolo stesso. Attenzione: data la sacralità di questi simboli, essi devono essere tracciati fisicamente solo se si è ben sicuri che nessuno vi guardi, tranne coloro che a loro volta possiedono il Secondo Livello. Il soggetto del trattamento deve avere anche per questo motivo gli occhi chiusi. In alternativa, in questo come in ogni altro casi di utilizzo dei simboli, sarà sufficiente visualizzarli mentalmente.

Al di là del suo impiego nelle tecniche di Secondo Livello,il primo simbolo può essere utilizzato in molti modi. Vediamo alcuni esempi. Se vogliamo inviare energia ad una persona, anche magari ad un passante che ci sembra debole od esaurito, possiamo visualizzare una serie di simboli che lo raggiungono partendo dai nostri occhi. In molti casi, vedremo un effetto immediato: la persona trattata raddrizzerà la schiena, assumerà un atteggiamento somatico diverso, più positivo e ricco di energie.

Tracciando il simbolo ai quattro angoli di una stanza, la si ripulisce dalle energie negative (e spesso dagli effetti dell’inquinamento elettromagnetico provocato dagli elettrodomestici).

Tracciando intorno a voi una “gabbia di simboli” (davanti, dietro, ai lati, sopra e sotto), potete mettervi al riparo da influenze od energie negative rivolte contro di voi.

Tracciato sull’acqua, riduce l’effetto nocivo di eventuali agenti chimici presenti in essa.

Tracciandolo su una lettera od un biglietto, porterà un po’ della nostra energia positiva al destinatario della missiva. Tracciato su un tessuto (specialmente se costituito da fibre naturali) e ponendo poi tale tessuto su una parte dolorante od una ferita, ne facilita la guarigione.

II secondo simbolo.

La traduzione in italiano del nome del secondo simbolo del Reiki significa “lo ho la chiave”.

Questo simbolo permette di stabilire un collegamento diretto con il subconscio della persona sulla quale viene tracciato (o con il proprio nel caso dell’autotrattamento), e costituisce quindi I’essenza del trattamento mentale.

A differenza di tutto quanto detto, in questo caso si stabilisce una connessione concreta tra chi utilizza il simbolo ed il soggetto del trattamento, per cui è essenziale non utilizzarlo se non ci si trova in una condizione mentale positiva e costruttiva. Se avete problemi emotivi di qualsiasi tipo e sentite di non riuscire ad astrarvene completamente, è meglio che rimandiate il trattamento ad un momento più propizio. Altrimenti, invece dell’armonia apportata dal Reiki il soggetto potrebbe ricevere una parte del vostro lavorio mentale.

Il fine di questo simbolo è quello di rilassare la mente cosciente, in modo da consentire ai ricordi inconsci di riaffiorare per facilitare il processo di guarigione.

Il terzo simbolo.

La traduzione in italiano del nome del terzo simbolo del Reiki significa “Il Buddha che è in me entra in contatto con il Buddha che è in te”.

È il simbolo fondamentale per i trattamenti a distanza, e serve a stabilire il contatto con il soggetto da trattare.